I  FIORI

 

 

 

 

Indefiniti sono i GIGLI DEL CAMPO di cui parla Gesù:

"...E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo; non lavorano e non filano, eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro..." (Mt. 7,28-29; Lc. 12,27).

 

Probabilmente è analogo il significato dei fiori primaverili di cui ci parla il Cantico:

"...ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se ne è andata, i fiori sono apparsi nei campi..." (Cantico dei Cantici 2,11-12);

 

Il profeta Isaia parla di fiore effimero:

"...Ogni uomo è come l'erba, tutta la sua gloria è come un fiore del campo. Secca l'erba, appassisce il fiore, quando il soffio del Signore spira su di essi, secca l'erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre..." (Isaia 4,6-8).

 

 

 

I fiori che sicuramente, fin dai tempi remoti, portavano un colorato messaggio di primavera nei campi delle terre bibliche sono diversi. Tra i più comuni, e più appariscenti, ricordiamo gli ANEMONI (Anemone coronaria, famiglia Ranuncolaceae) che in quelle regioni sono prevalentemente di color rosso.

 

 

 

I PAPAVERI  (Papaver rhoeas, famiglia Papaveraceae); il Chrisantemum coronarium famiglia Compositae, che è una bella margherita gialla; i TULIPANI SELVATICI (Tulipa, famiglia Liliaceae) di cui molte specie come Tulipa silvestris, Tulipa gesneriana, Tulipa praecox, ecc. sono originarie della Turchia, Persia, Afganistan.

 

 

 

La ROSA, capostipite della famiglia delle Rosaceae, è una pianta certamente antichissima: la zona originaria fu probabilmente l'Asia centrale, ma è accertata la sua presenza da millenni anche in varie zone dell'Europa e dell'America, sempre spingendosi da nord verso sud, senza però mai raggiungere l'Equatore.

Il nome latino "Rosa" (quasi identico nelle principali lingue europee) deriva dal greco "rhodon", e questo a sua volta dalla radice indoeuropea "vrad" che avrebbe dato luogo da una parte al greco arcaico "vrodon" (che poi perde la v), dall'altra all'arabo "warda", all'ebraico "vered" e all'armeno "vard". Nell'antichità la terra più famosa per la coltivazione delle rose fu la Persia, da dove questi fiori furono portati ai giardini pensili di Babilonia.

 

La più antica testimonianza storica sulla rosa risale al re di Accad, Sargon (circa 2400 a. C.): un'iscrizione attesta che tornando da una spedizione:

"portò ad Ur viti, fichi e alberi di rose".

 

Ebrei ed Egiziani conobbero le rose relativamente tardi: in Egitto però divennero una vera passione al tempo di Cleopatra. In Grecia, dove giunse, molto probabilmente attraverso le isole, la rosa fu simbolo di Afrodite.

 

Nella Bibbia la rosa compare nel Siracide, come attributi della Sapienza che cresce: 

"come le palme in Engaddi, come le piante di rose in Gerico" (Siracide 24,1-4).

 

La maggior parte dei ricercatori dubitano che qui si tratti veramente di rose, piante che difficilmente crescono in un oasi del deserto: ritengono più probabilmente che si alluda all'OLEANDRO (Nerium oleander, famiglia Apocyanaceae), un arbusto o piccolo albero con fiori color rosa vivo, che cresce comunemente in quelle regioni sul greto dei torrenti.

 

In un altro passo dello stesso Siracide che esorta a lodare Dio troviamo infatti: 

"Ascoltatemi figli santi, e crescete come una pianta di rose su un torrente..." (Sir. 39,25).

 

 

  

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