LE  ERBE  AROMATICHE

 

 

 

 

Molte ERBE AROMATICHE sono menzionate nella Bibbia.

Una delle più ricche di significato è l’ISSOPO (Origanum syriacum): una pianticella erbacea con piccoli fiori bianchi, che cresce spontaneamente in terreni aridi e sassosi, ed è sempre stata usata in tutto il Medio Oriente per insaporire i cibi e come digestivo. Il nome ebraico "ezob" e nella tradizione biblica il suo significato principale è quello di purificazione.

 

Nelle prescrizioni per la Pasqua dettate da Mosè, si legge che il Signore risparmierà dallo sterminio le case segnate dal sangue dell’agnello, spruzzato mediante un fascio d’issopo sull’architrave e sugli stipiti della porta (Es. 12,21-24). L’issopo è prescritto, insieme ad altri materiali, per la purificazione del lebbroso (Lv. 14,6) e di chi si è contaminato toccando un cadavere (Nm. 19,17). Nel famoso Miserere (Salmo 51) il peccatore invoca:

"Purificami con issopo e sarò mondo, lavami e sarò più bianco della neve".

 

Il piccolo e pur tanto utile issopo è anche simbolo di umiltà, contrapposto alla grandezza e superbia rappresentata dal cedro.

 

 

 

Altre erbe di cui si usavano – e si usano ancora – foglie e semi per aromatizzare i cibi sono il CORIANDOLO  (Coriandum sativum), ebraico "gad" a cui viene paragonata la manna del deserto, la MENTA  (Mentha longifolia),  l'ANETO  (Anethum graveolens) e il CUMINO  (Cuminum cyminum). Questi ultimi venivano anche seminati nei campi, come ci ricorda Isaia (Is. 28,25). Gesù, nell’invettiva contro scribi e farisei ipocriti, dice:

"guai a voi, che pagate la decima della menta, dell’aneto e del cumino e trascurate le prescrizioni più gravi della legge; la giustizia, la misericordia e la fedeltà…" (Mt. 23,23).

 

 

 

Di un’altra pianta aromatica, la SENAPE  (Brassica nigra) si serve Gesù per una delle sue parabole:

"Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senape, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi, ma una volta cresciuto è più grande di tutti i legumi e diventa un arbusto, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano tra i suoi rami" (Mt. 13,31-32; Mc. 4,30-32; Lc. 13,18-19).

   

 

  

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