PARTE SECONDA
LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO

 
SEZIONE PRIMA 
L'ECONOMIA SACRAMENTALE
218. Che cos'è la liturgia?
(1066-1070)
La liturgia è la celebrazione del Mistero di Cristo e in particolare del suo 
Mistero pasquale. In essa, mediante l'esercizio dell'ufficio sacerdotale di Gesù 
Cristo, con segni si manifesta e si realizza la santificazione degli uomini e 
viene esercitato dal Corpo mistico di Cristo, cioè dal capo e dalle membra, il 
culto pubblico dovuto a Dio.
219. Che posto occupa la liturgia nella vita della Chiesa?
(1071-1075)
La liturgia, azione sacra per eccellenza, costituisce il culmine verso cui tende 
l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana la sua forza vitale. 
Attraverso la liturgia, Cristo continua nella sua Chiesa, con essa e per mezzo 
di essa, l'opera della nostra redenzione.
220. In che cosa consiste l'economia sacramentale?
(1076)
L'economia sacramentale consiste nel comunicare i frutti della redenzione di 
Cristo, mediante la celebrazione dei sacramenti della Chiesa, massimamente 
dell'Eucaristia, «finché egli venga» (1 Cor 11,26).
CAPITOLO PRIMO
IL MISTERO PASQUALE NEL TEMPO
DELLA CHIESA
LITURGIA - OPERA DELLA SANTISSIMA TRINITA'  
221. In che modo il Padre è la sorgente e il fine della liturgia?
(1077-1083,1110)
Nella liturgia il Padre ci colma delle sue benedizioni nel Figlio incarnato, 
morto e risorto per noi, ed egli effonde nei nostri cuori lo Spirito Santo. Nel 
contempo la Chiesa benedice il Padre con l'adorazione, la lode e l'azione di 
grazie e implora il dono del suo Figlio e dello Spirito Santo.
222. Qual è l'opera di Cristo nella liturgia?
(1084-1090)
Nella liturgia della Chiesa, Cristo significa e realizza principalmente il 
proprio Mistero pasquale. Donando lo Spirito Santo agli Apostoli ha concesso 
loro e ai loro successori il potere di attuare l'opera della salvezza per mezzo 
del Sacrificio eucaristico e dei Sacramenti, nei quali egli stesso agisce per 
comunicare la sua grazia ai fedeli di tutti i tempi e in tutto il mondo.
223. Nella liturgia, come opera lo Spirito Santo nei confronti della Chiesa?
(1091-1109,1112)
Nella liturgia si attua la più stretta cooperazione tra lo Spirito Santo e la 
Chiesa. Lo Spirito Santo prepara la Chiesa ad incontrare il suo Signore; ricorda 
e manifesta Cristo alla fede dell'assemblea; rende presente e attualizza il 
Mistero di Cristo; unisce la Chiesa alla vita e alla missione di Cristo e fa 
fruttificare in essa il dono della comunione.
IL MISTERO PASQUALE NEI SACRAMENTI DELLA CHIESA
224. Che cosa sono i Sacramenti e quali sono?
(1113-1131)
I Sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia, istituiti da Cristo 
e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina. 
Sono sette: il Battesimo, la Confermazione, l'Eucaristia, la Penitenza, 
l'Unzione degli infermi, l'Ordine e il Matrimonio.
225. Qual è il rapporto dei Sacramenti con Cristo?
(1114-1116)
I misteri della vita di Cristo costituiscono il fondamento di ciò che adesso 
Cristo, mediante i ministri della Chiesa, dispensa nei Sacramenti.
 
«Ciò che era visibile nel nostro Salvatore è passato nei suoi sacramenti» (san 
Leone Magno). 
226. Qual è il legame dei Sacramenti con la Chiesa?
(1117-1119)
Cristo ha affidato i Sacramenti alla sua Chiesa. Essi sono «della Chiesa», in un 
duplice significato: sono «da essa», in quanto sono azioni della Chiesa, la 
quale è sacramento dell'azione di Cristo; e sono «per essa», nel senso che 
edificano la Chiesa.
227. Che cos'è il carattere sacramentale?
(1121)
È un sigillo spirituale, conferito dai Sacramenti del Battesimo, della 
Confermazione e dell'Ordine. Esso è promessa e garanzia della protezione divina. 
In forza di tale sigillo il cristiano è configurato a Cristo, partecipa in vario 
modo al suo sacerdozio e fa parte della Chiesa secondo stati e funzioni diverse. 
Viene quindi consacrato al culto divino e al servizio della Chiesa. Poiché il 
carattere è indelebile, i Sacramenti, che lo imprimono, si ricevono una volta 
sola nella vita.
228. Qual è la relazione dei Sacramenti con la fede?
(1122-1126,1133)
I Sacramenti non solo suppongono la fede, ma con le parole e con gli elementi 
rituali la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono. Celebrando i Sacramenti, 
la Chiesa confessa la fede apostolica. Da qui viene l'antico detto: «Lex orandi, 
lex credendi», cioè la Chiesa crede come prega.
229. Perché i Sacramenti sono efficaci?
(1127-1128,1131)
I Sacramenti sono efficaci ex opere operato («per il fatto stesso che l'azione 
sacramentale viene compiuta»), perché è Cristo che agisce in essi e che comunica 
la grazia che significano, indipendentemente dalla santità personale del 
ministro. Tuttavia i frutti dei Sacramenti dipendono anche dalle disposizioni di 
chi li riceve.
230. Per quale motivo i Sacramenti sono necessari alla salvezza?
(1129)
Per i credenti in Cristo, i Sacramenti sono necessari alla salvezza, anche se 
non vengono dati tutti ad ogni singolo fedele, perché conferiscono le grazie 
sacramentali, il perdono dei peccati, l'adozione a figli di Dio, la 
conformazione a Cristo Signore e l'appartenenza alla Chiesa. Lo Spirito Santo 
guarisce e trasforma coloro che li ricevono.
231. Che cos'è la grazia sacramentale?
(1129; 1131,1134,2003)
La grazia sacramentale è la grazia dello Spirito Santo, donata da Cristo e 
propria di ciascun Sacramento. Tale grazia aiuta il fedele nel suo cammino di 
santità, e così pure aiuta la Chiesa nella sua crescita di carità e di 
testimonianza.
232. Qual è la relazione tra i Sacramenti e la vita eterna?
(1130)
Nei Sacramenti la Chiesa riceve già un anticipo della vita eterna, mentre resta 
«nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro 
grande Dio e Salvatore Gesù Cristo» (Tt 2,13).
 
CAPITOLO SECONDO
LA CELEBRAZIONE SACRAMENTALE
DEL MISTERO PASQUALE
 
CELEBRARE LA LITURGIA DELLA CHIESA
CHI CELEBRA?
233. Chi agisce nella liturgia?
(1135-1137,1187)
Nella liturgia agisce «Cristo tutto intero» («Christus Totus»), Capo e Corpo. 
Quale sommo Sacerdote, egli celebra con il suo Corpo, che è la Chiesa celeste e 
terrena.
234. Da chi è celebrata la liturgia celeste?
(1138-1139)
La liturgia celeste è celebrata dagli Angeli, dai Santi dell'Antica e della 
Nuova Alleanza, in particolare dalla Madre di Dio, dagli Apostoli, dai Martiri e 
da una «moltitudine immensa, che nessuno» può contare, «di ogni Nazione, razza, 
popolo e lingua» (Ap 7,9). Quando celebriamo nei Sacramenti il mistero della 
salvezza, partecipiamo a questa liturgia eterna.
235. In che modo la Chiesa in terra celebra la liturgia?
(1140-1144,1188)
La Chiesa in terra celebra la liturgia come popolo sacerdotale, nel quale 
ciascuno opera secondo la propria funzione, nell'unità dello Spirito Santo: i 
battezzati si offrono in sacrificio spirituale; i ministri ordinati celebrano 
secondo l'Ordine ricevuto per il servizio di tutti i membri della Chiesa; i 
Vescovi e i presbiteri operano nella persona di Cristo Capo.
COME CELEBRARE?
236. Come viene celebrata la liturgia?
(1145)
La celebrazione liturgica è intessuta di segni e di simboli, il cui significato, 
radicato nella creazione e nelle culture umane, si precisa negli eventi dell' 
Antica Alleanza e si rivela pienamente nella Persona e nell' opera di Cristo.
237. Da dove provengono i segni sacramentali?
(1146-1152,1189)
Alcuni provengono dal creato (luce, acqua, fuoco, pane, vino, olio); altri dalla 
vita sociale (lavare, ungere, spezzare il pane); altri dalla storia della 
salvezza nell'Antica Alleanza (i riti della Pasqua, i sacrifici, l'imposizione 
delle mani, le consacrazioni). Questi segni, alcuni dei quali sono normativi e 
immutabili, assunti da Cristo, diventano portatori dell'azione di salvezza e di 
santificazione.
238. Quale legame esiste tra le azioni e le parole nella celebrazione 
sacramentale?
(1153-1155,1190)
Nella celebrazione sacramentale azioni e parole sono strettamente congiunte. 
Infatti, anche se le azioni simboliche già per se stesse sono un linguaggio, è 
tuttavia necessario che le parole del rito accompagnino e vivifichino queste 
azioni. Inseparabili in quanto segni e insegnamento, le parole e le azioni 
liturgiche lo sono anche in quanto realizzano ciò che significano.
239. Con quali criteri il canto e la musica hanno una loro funzione nella 
celebrazione liturgica?
(1156-1158,1191)
Poiché il canto e la musica sono strettamente connessi con l'azione liturgica, 
essi devono rispettare i seguenti criteri: la conformità alla dottrina cattolica 
dei testi, presi di preferenza dalla Scrittura e dalle fonti liturgiche; la 
bellezza espressiva della preghiera; la qualità della musica; la partecipazione 
dell'assemblea; la ricchezza culturale del Popolo di Dio e il carattere sacro e 
solenne della celebrazione. «Chi canta prega due volte» (sant'Agostino). 
240. Qual è la finalità delle sacre immagini?
(1159-1161,1192)
L'immagine di Cristo è l'icona liturgica per eccellenza. Le altre, che 
rappresentano la Madonna e i Santi, significano Cristo, che in loro è 
glorificato. Esse proclamano lo stesso messaggio evangelico che la Sacra 
Scrittura trasmette attraverso la parola, e aiutano a risvegliare e a nutrire la 
fede dei credenti.
QUANDO CELEBRARE?
241. Qual è il centro del tempo liturgico?
(1163-1167,1193)
Il centro del tempo liturgico è la domenica, fondamento e nucleo di tutto l'anno 
liturgico, che ha il suo culmine nella Pasqua annuale, la festa delle feste.
242. Qual è la funzione dell'anno liturgico?
(1168-1173,1194-1195)
Nell'anno liturgico la Chiesa celebra tutto il Mistero di Cristo, 
dall'Incarnazione fino al suo ritorno glorioso. In giorni stabiliti, la Chiesa 
venera con speciale amore la beata Maria Madre di Dio e fa anche memoria dei 
Santi, che per Cristo sono vissuti, con Lui hanno sofferto e con Lui sono 
glorificati.
243. Che cos'è la Liturgia delle Ore?
(1174-1178,1196)
La Liturgia delle Ore, preghiera pubblica e comune della Chiesa, è la preghiera 
di Cristo con il suo corpo, la Chiesa. Per suo mezzo; il Mistero di Cristo, che 
celebriamo nell'Eucaristia, santifica e trasfigura il tempo di ogni giorno. Essa 
si compone principalmente di Salmi e di altri testi biblici, e anche di letture 
dei Padri e dei maestri spirituali.
DOVE CELEBRARE?
244. La Chiesa ha bisogno di luoghi per celebrare la liturgia?
(1197-1198)
Il culto «in spirito e verità» (Gv 4,24) della Nuova Alleanza non è legato ad 
alcun luogo esclusivo, perché Cristo è il vero tempio di Dio, per mezzo del 
quale anche i cristiani e la Chiesa intera diventano, sotto l'azione dello 
Spirito Santo, templi del Dio vivente. Tuttavia il Popolo di Dio, nella sua 
condizione terrena, ha bisogno di luoghi in cui la comunità possa riunirsi per 
celebrare la liturgia.
245. Che cosa sono gli edifici sacri?
(1198-1999)
Essi sono le case di Dio, simbolo della Chiesa che vive in quel luogo, nonché 
della dimora celeste. Sono luoghi di preghiera, nei quali la Chiesa celebra 
soprattutto l'Eucaristia e adora Cristo realmente presente nel tabernacolo.
246. Quali sono i luoghi privilegiati all'interno degli edifici sacri?
(1182-1186)
Essi sono: l'altare, il tabernacolo, la custodia del sacro crisma e degli altri 
oli sacri, la sede del Vescovo (cattedra) o del presbitero, l'ambone, il fonte 
battesimale, il confessionale.
DIVERSITA' LITURGICA E UNITA' DEL MISTERO
247. Perché l'unico Mistero di Cristo è celebrato dalla Chiesa secondo diverse 
tradizioni liturgiche?
(1200-1204,1207-1209)
Perché l'insondabile ricchezza del Mistero di Cristo non può essere esaurita da 
una singola tradizione liturgica. Fin dalle origini, pertanto, questa ricchezza 
ha trovato, nei vari popoli e culture, espressioni caratterizzate da una 
mirabile varietà e complementarietà.
248. Qual è il criterio, che assicura l'unità nella multiformità?
(1209)
È la fedeltà alla Tradizione Apostolica, cioè la comunione nella fede e nei 
sacramenti ricevuti dagli Apostoli, comunione che è significata e garantita 
dalla successione apostolica. La Chiesa è cattolica: può quindi integrare nella 
sua unità tutte le vere ricchezze delle culture.
249. Nella liturgia, tutto è immutabile?
(1205-1206)
Nella liturgia, segnatamente in quella dei sacramenti, ci sono elementi 
immutabili perché di istituzione divina, di cui la Chiesa è fedele custode. Ci 
sono poi elementi suscettibili di cambiamento, che essa ha il potere, e talvolta 
anche il dovere, di adattare alle culture dei diversi popoli.
SEZIONE SECONDA
I SETTE SACRAMENTI DELLA CHIESA
 
I sette Sacramenti della Chiesa
Il Battesimo 
la Confermazione 
l'Eucaristia, 
la Penitenza, 
l'Unzione degli infermi 
l'Ordine 
il Matrimonio. 
Septem Ecclesiae Sacramenta
Baptísmum 
Confirmátio 
Eucharístia, 
Paeniténtia, 
Únctio infirmórum 
Ordo 
Matrimónium.
250. Come si distinguono i Sacramenti della Chiesa?
(1210-1211)
Si distinguono in: Sacramenti dell'iniziazione cristiana (Battesimo, 
Confermazione e Eucaristia); Sacramenti della guarigione (Penitenza e Unzione 
degli infermi); Sacramenti al servizio della comunione e della missione (Ordine 
e Matrimonio). Essi toccano i momenti importanti della vita cristiana. Tutti i 
Sacramenti sono ordinati all'Eucaristia «come al loro specifico fine» (san 
Tommaso d'Aquino).
 
CAPITOLO PRIMO
I SACRAMENTI DELL'INIZIAZIONE CRISTIANA
251. Come si compie l'iniziazione cristiana?
(1212,1275)
Essa si compie mediante i Sacramenti che pongono i fondamenti della vita 
cristiana: i fedeli, rinati nel Battesimo, sono corroborati dalla Confermazione 
e vengono nutriti dall'Eucaristia.
IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO
252. Quali nomi prende il primo Sacramento dell'inizia-zione?
(1213-1216,1276-1277)
Prende anzitutto il nome di Battesimo a motivo del rito centrale con il quale è 
celebrato: battezzare significa «immergere» nell'acqua. Chi viene battezzato è 
immerso nella morte di Cristo e risorge con lui come «nuova creatura» (2 Cor 
5,17). Lo si chiama anche «lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello 
Spirito Santo» (Tt 3,5), e «illuminazione», perché il battezzato diventa «figlio 
della luce» (Ef 5,8).
253. Come è prefigurato il Battesimo nell' Antica Alleanza?
(1217-1222)
Nell'Antica Alleanza si trovano varie prefigurazioni del Battesimo: l'acqua, 
fonte di vita e di morte; l'arca di Noè, che salva per mezzo dell'acqua; il 
passaggio del Mar Rosso, che libera Israele dalla schiavitù egiziana; la 
traversata del Giordano, che introduce Israele nella terra promessa, immagine 
della vita eterna.
254. Chi porta a compimento tali prefigurazioni?
(1223-1224)
Gesù Cristo, il quale, all'inizio della sua vita pubblica, si fa battezzare da 
Giovanni Battista nel Giordano; sulla Croce, dal suo fianco trafitto, effonde 
sangue e acqua, segni del Battesimo e dell'Eucaristia, e dopo la sua 
Risurrezione affida agli Apostoli questa missione: «Andate e ammaestrate tutte 
le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» 
(Mt 28,19).
255. Da quando e a chi la Chiesa amministra il Battesimo?
(1226-1228)
Dal giorno della Pentecoste la Chiesa amministra il Battesimo a chi crede in 
Gesù Cristo.
256. In che cosa consiste il rito essenziale del Battesimo?
(1229-1245,1278)
Il rito essenziale di questo Sacramento consiste nell'immergere nell'acqua il 
candidato o nel versargli dell'acqua sul capo, mentre viene invocato il Nome del 
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
257. Chi può ricevere il Battesimo?
(1246-1252)
È capace di ricevere il Battesimo ogni persona non ancora battezzata.
258. Perché la Chiesa battezza i bambini?
(1250)
Perché, essendo nati col peccato originale, essi hanno bisogno di essere 
liberati dal potere del Maligno e di essere trasferiti nel regno della libertà 
dei figli di Dio.
259. Che cosa si richiede a un battezzando?
(1253-1255)
Ad ogni battezzando è richiesta la professione di fede, espressa personalmente 
nel caso dell'adulto, oppure dai genitori e dalla Chiesa nel caso del bambino. 
Anche il padrino o la madrina e l'intera comunità ecclesiale hanno una parte di 
responsabilità nella preparazione al Battesimo (catecumenato), come pure nello 
sviluppo della fede e della grazia battesimale.
260. Chi può battezzare?  
(1256; 1284)
I ministri ordinari del Battesimo sono il Vescovo e il presbitero; nella Chiesa 
latina, anche il diacono. In caso di necessità, chiunque può battezzare, purché 
intenda fare ciò che fa la Chiesa. Egli versa dell'acqua sul capo del candidato 
e pronunzia la formula trinitaria battesimale: «Io ti battezzo nel Nome del 
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
261. È necessario il Battesimo per la salvezza?
(1257)
Il Battesimo è necessario alla salvezza per coloro ai quali è stato annunziato 
il Vangelo e che hanno la possibilità di chiedere questo Sacramento.
262. Si può essere salvati senza Battesimo?
(1258-1261,1281-1283)
Poiché Cristo è morto per la salvezza di tutti, possono essere salvati anche 
senza Battesimo quanti muoiono a causa della fede (Battesimo di sangue), i 
catecumeni, e anche tutti coloro che sotto l'impulso della grazia, senza 
conoscere Cristo e la Chiesa, cercano sinceramente Dio e si sforzano di compiere 
la sua volontà (Battesimo di desiderio). Quanto ai bambini morti senza 
Battesimo, la Chiesa nella sua liturgia li affida alla misericordia di Dio.
263. Quali sono gli effetti del Battesimo?
(1262-1274,1279-1280)
Il Battesimo rimette il peccato originale, tutti i peccati personali e le pene 
dovute al peccato; fa partecipare alla vita divina trinitaria mediante la grazia 
santificante, la grazia della giustificazione che incorpora a Cristo e alla sua 
Chiesa; fa partecipare al sacerdozio di Cristo e costituisce il fondamento della 
comunione con tutti i cristiani; elargisce le virtù teologali e i doni dello 
Spirito Santo. Il battezzato appartiene per sempre a Cristo: è segnato, infatti, 
con il sigillo indelebile di Cristo (carattere).
264. Quale significato assume il nome cristiano ricevuto nel Battesimo?
(2156-2159,2167)
Il nome è importante, perché Dio conosce ciascuno per nome, cioè nella sua 
unicità. Con il Battesimo, il cristiano riceve nella Chiesa il proprio nome, 
preferibilmente quello di un santo, in modo che questi offra al battezzato un 
modello di santità e gli assicuri la sua intercessione presso Dio.
IL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE
265. Qual è il posto della Confermazione nel disegno divino della salvezza?
(1285-1288,1315)
Nell'Antica Alleanza, i profeti hanno annunziato la comunicazione dello Spirito 
del Signore al Messia atteso e a tutto il popolo messianico. Tutta la vita e la 
missione di Gesù si svolgono in una totale comunione con lo Spirito Santo. Gli 
Apostoli ricevono lo Spirito Santo nella Pentecoste e annunziano «le grandi 
opere di Dio» (At 2,11). Essi comunicano ai neo battezzati, attraverso 
l'imposizione delle mani, il dono dello stesso Spirito. Lungo i secoli la Chiesa 
ha continuato a vivere dello Spirito e a comunicarlo ai suoi figli.
266. Perché si chiama Cresima o Confermazione?
(1289)
Si chiama Cresima (nelle Chiese Orientali: Crismazione col Santo Myron) a motivo 
del suo rito essenziale che è l'unzione. Si chiama Confermazione, perché 
conferma e rafforza la grazia battesimale.
267. Qual è il rito essenziale della Confermazione?  
(1290-1301,1318,1320-1321)
Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con il sacro crisma (olio 
misto con balsamo, consacrato dal Vescovo), che si fa con l'imposizione della 
mano da parte del ministro che pronunzia le parole sacramentali proprie del 
rito. In Occidente, tale unzione viene fatta sulla fronte del battezzato con le 
parole: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono». Presso le 
Chiese Orientali di rito bizantino, l'unzione viene fatta anche su altre parti 
del corpo, con la formula: «Sigillo del dono dello Spirito Santo».
268. Qual è l'effetto della Confermazione?  
(1302-1305,1316-1317)
L'effetto della Confermazione è la speciale effusione dello Spirito Santo, come 
quella della Pentecoste. Tale effusione imprime nell'anima un carattere 
indelebile e apporta una crescita della grazia battesimale: radica più 
profondamente nella fili azione divina; unisce più saldamente a Cristo e alla 
sua Chiesa; rinvigorisce nell'anima i doni dello Spirito Santo; dona una 
speciale forza per testimoniare la fede cristiana.
269. Chi può ricevere questo Sacramento?
(1306-1311,1319)
Può e deve riceverlo, una volta sola, chi è già stato battezzato, il quale, per 
riceverlo efficacemente, deve essere in stato di grazia.
270. Chi è il ministro della Confermazione?  
(1312-1314)
Ministro originario è il Vescovo. Si manifesta cosi il legame del cresimato con 
la Chiesa nella sua dimensione apostolica. Quando è il presbitero a conferire 
tale Sacramento - come avviene ordinariamente in Oriente e in casi particolari 
in Occidente, il legame col Vescovo e con la Chiesa è espresso dal presbitero, 
collaboratore del Vescovo, e dal sacro crisma, consacrato dal Vescovo stesso.
IL SACRAMENTO DELL'EUCARISTIA
271. Che cos'è l'Eucaristia?
(1322-1323,1409)
È il sacrificio stesso del Corpo e del Sangue del Signore Gesù, che egli istituì 
per perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della Croce, 
affidando così alla sua Chiesa il memoriale della sua Morte e Risurrezione. È il 
segno dell'unità, il vincolo della carità, il convito pasquale, nel quale si 
riceve Cristo, l'anima viene ricolmata di grazia e viene dato il pegno della 
vita eterna.
272. Quando Gesù Cristo ha istituito l'Eucaristia?
(1323,1337-1340)
L'ha istituita il Giovedì Santo, «la notte in cui veniva tradito» (1 Cor 11,23), 
mentre celebrava con i suoi Apostoli l'Ultima Cena.
273. Come l'ha istituita?
(1337-1340,1365,1406)
Dopo aver radunato i suoi Apostoli nel Cenacolo, Gesù prese nelle sue mani il 
pane, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Prendete e mangiatene tutti: questo è 
il mio corpo offerto per voi». Poi prese nelle sue mani il calice del vino e 
disse loro: «Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la 
nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. 
Fate questo in memoria di me».
274. Che cosa rappresenta l'Eucaristia nella vita della Chiesa?
(1324-1327,1407)
È fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Nell'Eucaristia toccano il loro 
vertice l'azione santificante di Dio verso di noi e il nostro culto verso di 
lui. Essa racchiude tutto il bene spirituale della Chiesa: lo stesso Cristo, 
nostra Pasqua. La comunione della vita divina e l'unità del Popolo di Dio sono 
espresse e prodotte dall'Eucaristia. Mediante la celebrazione eucaristica ci 
uniamo già alla liturgia del Cielo e anticipiamo la vita eterna.
275. Come viene chiamato questo Sacramento?
(1328-1332)
L'insondabile ricchezza di questo Sacramento si esprime con diversi nomi, che 
evocano suoi aspetti particolari. I più comuni sono: Eucaristia, Santa Messa, 
Cena del Signore, Frazione del pane, Celebrazione eucaristica, Memoriale della 
passione, della morte e della risurrezione del Signore, Santo Sacrificio, Santa 
e Divina Liturgia, Santi Misteri, Santissimo Sacramento dell'altare, Santa 
Comunione.
276. Come si colloca l'Eucaristia nel disegno divino della salvezza?
(1333-1344)
Nell' Antica Alleanza l'Eucaristia è preannunziata soprattutto nella cena 
pasquale annuale, celebrata ogni anno dagli Ebrei con i pani azzimi, a ricordo 
dell'improvvisa e liberatrice partenza dall'Egitto. Gesù l'annuncia nel suo 
insegnamento e la istituisce celebrando con i suoi Apostoli l'Ultima Cena 
durante un banchetto pasquale. La Chiesa, fedele al comando del Signore: «Fate 
questo in memoria di me» (1 Cor 11,24), ha sempre celebrato l'Eucaristia, 
soprattutto la domenica, giorno della risurrezione di Gesù.
277. Come si svolge la celebrazione dell'Eucaristia?
(1345-1355,1408)
Si svolge in due grandi momenti, che formano un solo atto di culto: la liturgia 
della Parola, che comprende la proclamazione e l'ascolto della Parola di Dio; la 
liturgia eucaristica, che comprende la presentazione del pane e del vino, la 
preghiera o anafora, che contiene le parole della consacrazione, e la comunione.
278. Chi è il ministro della celebrazione dell'Eucaristia?
(1348,1411)
È il sacerdote (Vescovo o presbitero), validamente ordinato, che agisce nella 
Persona di Cristo Capo e a nome della Chiesa.
279. Quali sono gli elementi essenziali e necessari per realizzare l'Eucaristia?
(1412)
Sono il pane di frumento e il vino della vite.
280. In che senso l'Eucaristia è memoriale del sacrificio di Cristo?
(1362-1367)
L'Eucaristia è memoriale nel senso che rende presente e attuale il sacrificio 
che Cristo ha offerto al Padre, una volta per tutte, sulla Croce in favore 
dell'umanità. Il carattere sacrificale dell'Eucaristia si manifesta nelle parole 
stesse dell'istituzione: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi» e «Questo 
calice è la nuova alleanza nel mio Sangue, che viene versato per voi» (Lc 
22,19-20). Il sacrificio della Croce e il sacrificio dell'Eucaristia sono un 
unico sacrificio. Identici sono la vittima e l'offerente, diverso è soltanto il 
modo di offrirsi: cruento sulla Croce, incruento nell'Eucaristia.
281. In quale modo la Chiesa partecipa al sacrificio eucaristico?
(1368-1372,1414)
Nell'Eucaristia, il sacrificio di Cristo diviene pure il sacrificio delle membra 
del suo Corpo. La vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro 
preghiera, il loro lavoro sono uniti a quelli di Cristo. In quanto sacrificio, 
l'Eucaristia viene anche offerta per tutti i fedeli vivi e defunti, in 
riparazione dei peccati di tutti gli uomini e per ottenere da Dio benefici 
spirituali e temporali. Anche la Chiesa del cielo è unita nell'offerta di 
Cristo.
282. Come Gesù è presente nell'Eucaristia?
(1373-1375,1413)
Gesù Cristo è presente nell'Eucaristia in modo unico e incomparabile. È presente 
infatti in modo vero, reale, sostanziale: con il suo Corpo e il suo Sangue, con 
la sua Anima e la sua Divinità. In essa è quindi presente in modo sacramentale, 
e cioè sotto le specie eucaristiche del pane e del vino, Cristo tutto intero: 
Dio e uomo.
283. Che cosa significa transustanziazione?
(1376-1377,1413)
Transustanziazione significa la conversione di tutta la sostanza del pane nella 
sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del 
suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante 
l'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo. Tuttavia, 
le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», 
rimangono inalterate.
284. La frazione del pane divide Cristo?
(1377)
La frazione del pane non divide Cristo: egli è presente tutto e integro in 
ciascuna specie eucaristica e in ciascuna sua parte.
285. Fino a quando continua la presenza eucaristica di Cristo?
(1377)
Essa continua finché sussistono le specie eucaristiche.
286. Quale tipo di culto è dovuto al Sacramento dell'Eucaristia?
(1378-1381,1418)
È dovuto il culto di latria, cioè di adorazione, riservato solo a Dio sia 
durante la celebrazione eucaristica sia al di fuori di essa. La Chiesa, infatti, 
conserva con la massima diligenza le Ostie consacrate, le porta agli infermi e 
ad altre persone impossibilitate a partecipare alla Santa Messa, le presenta 
alla solenne adorazione dei fedeli, le porta in processione e invita alla 
frequente visita e adorazione del Santissimo Sacramento conservato nel 
tabernacolo.
287. Perché l'Eucaristia è il banchetto pasquale?
(1382-1384,1391-1396)
L'Eucaristia è il banchetto pasquale, in quanto Cristo, realizzando 
sacramentalmente la sua Pasqua, ci dona il suo Corpo e il suo Sangue, offerti 
come cibo e bevanda, e ci unisce a sé e tra di noi nel suo sacrificio.
288. Che cosa significa l'altare?
(1383,1410)
L'altare è il simbolo di Cristo stesso, presente come vittima sacrificale 
(altare-sacrificio della Croce) e come alimento celeste che si dona a noi 
(altare-mensa eucaristica).
289. Quando la Chiesa fa obbligo di partecipare alla santa Messa?
(1389,1417)
La Chiesa fa obbligo ai fedeli di partecipare alla santa Messa ogni domenica e 
nelle feste di precetto, e raccomanda di parteciparvi anche negli altri giorni.
290. Quando si deve fare la santa Comunione?
(1389)
La Chiesa raccomanda ai fedeli che partecipano alla santa Messa di ricevere con 
le dovute disposizioni anche la santa Comunione, prescrivendone l'obbligo almeno 
a Pasqua.
291. Che cosa si richiede per ricevere la santa Comunione?
(1385-1389,1415)
Per ricevere la santa Comunione si deve essere pienamente incorporati alla 
Chiesa cattolica ed essere in stato di grazia, cioè senza coscienza di peccato 
mortale. Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave deve ricevere il 
Sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione. Importanti 
sono anche lo spirito di raccoglimento e di preghiera, l'osservanza del digiuno 
prescritto dalla Chiesa e l'atteggiamento del corpo (gesti, abiti), in segno di 
rispetto a Cristo.
292. Quali sono i frutti della santa Comunione?
(1391-1397,1416)
La santa Comunione accresce la nostra unione con Cristo e con la sua Chiesa, 
conserva e rinnova la vita di grazia ricevuta nel Battesimo e nella Cresima e ci 
fa crescere nell'amore verso il prossimo. Fortificandoci nella carità, cancella 
i peccati veniali e ci preserva in futuro dai peccati mortali.
293. Quando è possibile amministrare la santa Comunione agli altri cristiani?
(1398-1401)
I ministri cattolici amministrano lecitamente la santa Comunione ai membri delle 
Chiese Orientali che non hanno comunione piena con la Chiesa cattolica, qualora 
questi lo richiedano spontaneamente e siano ben disposti.
Per i membri delle altre Comunità ecclesiali, i ministri cattolici amministrano 
lecitamente la santa Comunione ai fedeli, che in presenza di una grave necessità 
lo chiedano spontaneamente, siano ben disposti e manifestino la fede cattolica 
circa il Sacramento.
294. Perché l'Eucaristia è «pegno della gloria futura»?
(1402-1405)
Perché l'Eucaristia ci ricolma di ogni grazia e benedizione del Cielo, ci 
fortifica per il pellegrinaggio di questa vita e ci fa desiderare la vita 
eterna, unendoci già a Cristo asceso alla destra del Padre, alla Chiesa del 
cielo, alla beatissima Vergine e a tutti i Santi.
Nell'Eucaristia noi spezziamo «l'unico pane, che è farmaco d'immortalità, 
antidoto per non morire, ma per vivere in Gesù Cristo per sempre» (sant'Ignazio 
d'Antiochia).
CAPITOLO SECONDO
I SACRAMENTI DI GUARIGIONE
295. Perché Cristo ha istituito i Sacramenti della Penitenza e dell'Unzione 
degli infermi?
(1420-1421,1426)
Cristo, medico dell'anima e del corpo, li ha istituiti perché la vita nuova, da 
lui donataci nei sacramenti dell'iniziazione cristiana, può essere indebolita e 
persino perduta a causa del peccato. Perciò Cristo ha voluto che la Chiesa 
continuasse la sua opera di guarigione e di salvezza mediante questi due 
sacramenti.
IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E DELLA RICONCILIAZIONE
296. Come viene chiamato questo Sacramento?
(1422-1424)
Esso viene chiamato Sacramento della Penitenza, della Riconciliazione, del 
Perdono, della Confessione, della Conversione.
297. Perché esiste un Sacramento della Riconciliazione dopo il Battesimo?  
(1425-1426,1484)
Poiché la vita nuova nella grazia, ricevuta nel Battesimo, non ha soppresso la 
debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato (cioè la 
concupiscenza), Cristo ha istituito questo Sacramento per la conversione dei 
battezzati, che si sono allontanati da lui con il peccato.
298. Quando fu istituito questo Sacramento?
(1485)
Il Signore risorto ha istituito questo Sacramento quando la sera di Pasqua si 
mostrò ai suoi Apostoli e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi 
rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete resteranno non 
rimessi» (Gv 20,22-23).
299. I battezzati hanno bisogno di convertirsi?
(1427-1429)
L'appello di Cristo alla conversione risuona continuamente nella vita dei 
battezzati. La conversione è un impegno continuo per tutta la Chiesa, che è 
Santa ma comprende nel suo seno i peccatori.
300. Che cos'è la penitenza interiore?
(1430-1433,1490)
È il dinamismo del «cuore contrito» (Sal 51,19), mosso dalla grazia divina a 
rispondere all'amore misericordioso di Dio. Implica il dolore e la repulsione 
per i peccati commessi, il fermo proposito di non peccare più in avvenire e la 
fiducia nell'aiuto di Dio. Si nutre della speranza nella misericordia divina.
301. In quali forme si esprime la penitenza nella vita cristiana?
(1434-1439)
La penitenza si esprime in forme molto varie, in particolare con il digiuno, la 
preghiera, l'elemosina. Queste e molte altre forme di penitenza possono essere 
praticate nella vita quotidiana del cristiano, in particolare nel tempo di 
Quaresima e nel giorno penitenziale del venerdì.
302. Quali sono gli elementi essenziali del Sacramento della Riconciliazione?
(1440-1449)
Sono due: gli atti compiuti dall'uomo, che si converte sotto l'azione dello 
Spirito Santo, e l'assoluzione del sacerdote, che nel Nome di Cristo concede il 
perdono e stabilisce le modalità della soddisfazione.
303. Quali sono gli atti del penitente?
(1450-1460,1487-1492)
Essi sono: un diligente esame di coscienza; la contrizione (o pentimento), che è 
perfetta quando è motivata dall'amore verso Dio, imperfetta se fondata su altri 
motivi, e che include il proposito di non peccare più; la confessione, che 
consiste nell'accusa dei peccati fatta davanti al sacerdote; la soddisfazione, 
ossia il compimento di certi atti di penitenza, che il confessore impone al 
penitente per riparare il danno causato dal peccato.
304. Quali peccati si devono confessare?
(1456)
Si devono confessare tutti i peccati gravi non ancora confessati, dei quali ci 
si ricorda dopo un diligente esame di coscienza. La confessione dei peccati 
gravi è l'unico modo ordinario per ottenere il perdono.
305. Quando si è obbligati a confessare i peccati gravi?
(1457)
Ogni fedele, raggiunta l'età della ragione, ha l'obbligo di confessare i propri 
peccati gravi almeno una volta all'anno, e comunque prima di ricevere la santa 
Comunione.
306. Perché i peccati veniali possono essere anch'essi oggetto della confessione 
sacramentale?
(1458)
La confessione dei peccati veniali è vivamente raccomandata dalla Chiesa, anche 
se non è strettamente necessaria, perché ci aiuta a formarci una retta coscienza 
e a lottare contro le cattive inclinazioni, per lasciarci guarire da Cristo e 
per progredire nella vita dello Spirito.
307. Chi è il ministro di questo Sacramento?
(1461-1466,1495)
Cristo ha affidato il ministero della riconciliazione ai suoi Apostoli, ai 
Vescovi loro successori e ai presbiteri loro collaboratori, i quali diventano 
pertanto strumenti della misericordia e della giustizia di Dio. Essi esercitano 
il potere di perdonare i peccati nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito 
Santo.
308. A chi è riservata l'assoluzione di alcuni peccati?
(1463)
L'assoluzione di alcuni peccati particolarmente gravi (come quelli puniti con la 
scomunica) è riservata alla Sede Apostolica o al Vescovo del luogo o ai 
presbiteri da loro autorizzati, anche se ogni sacerdote può assolvere da 
qualsiasi peccato e scomunica chi è in pericolo di morte.
309. Il Confessore è tenuto al segreto?
(1467)
Data la delicatezza e la grandezza di questo ministero e il rispetto dovuto alle 
persone, ogni Confessore è obbligato, senza alcuna eccezione e sotto pene molto 
severe, a mantenere il sigillo sacramentale, cioè l'assoluto segreto circa i 
peccati conosciuti in confessione
310. Quali sono gli effetti di questo Sacramento?
(1468-1470,1496)
Gli effetti del Sacramento della Penitenza sono: la riconciliazione con Dio e 
quindi il perdono dei peccati; la riconciliazione con la Chiesa; il recupero, se 
perduto, dello stato di grazia; la remissione della pena eterna meritata a causa 
dei peccati mortali e, almeno in parte, delle pene temporali che sono 
conseguenze del peccato; la pace e la serenità della coscienza, e la 
consolazione dello spirito; l'accrescimento delle forze spirituali per il 
combattimento cristiano.
311. In alcuni casi si può celebrare questo Sacramento con la confessione 
generica e l'assoluzione collettiva?
(1480-1484)
In casi di grave necessità (come in pericolo imminente di morte), si può 
ricorrere alla celebrazione comunitaria della Riconciliazione con la confessione 
generica e l'assoluzione collettiva, nel rispetto delle norme della Chiesa e con 
il proposito di confessare individualmente a tempo debito i peccati gravi.
312. Che cosa sono le indulgenze?
(1471-1479,1498)
Le indulgenze sono la remissione dinanzi a Dio della pena temporale meritata per 
i peccati, già perdonati quanto alla colpa, che il fedele, a determinate 
condizioni, acquista, per se stesso o per i defunti mediante il ministero della 
Chiesa, la quale, come dispensatrice della redenzione, distribuisce il tesoro 
dei meriti di Cristo e dei Santi.
IL SACRAMENTO DELL'UNZIONE DEGLI INFERMI
313. Come è vissuta la malattia nell'Antico Testamento?
(1499-1502)
Nell' Antico Testamento l'uomo durante la malattia sperimenta il proprio limite, 
e nello stesso tempo percepisce che la malattia è legata, in modo misterioso, al 
peccato. I profeti hanno intuito che essa poteva avere anche un valore redentivo 
per i peccati propri e altrui. Così la malattia era vissuta di fronte a Dio, dal 
quale l'uomo implorava la guarigione.
314. Quale significato ha la compassione di Gesù verso gli ammalati?
(1503-1505)
La compassione di Gesù verso gli ammalati e le sue numerose guarigioni di 
infermi sono un chiaro segno che con lui è venuto il Regno di Dio e quindi la 
vittoria sul peccato, sulla sofferenza e sulla morte. Con la sua passione e 
morte, egli dà nuovo senso alla sofferenza, la quale, se unita alla sua, può 
diventare mezzo di purificazione e di salvezza per noi e per gli altri.
315. Qual è il comportamento della Chiesa verso i malati?
(1506-1513,1526-1527)
La Chiesa, avendo ricevuto dal Signore l'imperativo di guarire gli infermi, si 
impegna ad attuarlo con le cure verso i malati, accompagnate da preghiere di 
intercessione. Essa soprattutto possiede un Sacramento specifico in favore degli 
infermi, istituito da Cristo stesso e attestato da san Giacomo: «Chi è malato, 
chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con 
olio nel nome del Signore» (Gc 5,14-15).
316. Chi può ricevere il Sacramento dell'Unzione degli infermi?
(1514-1515,1528-1529)
Lo può ricevere il fedele, che comincia a trovarsi in pericolo di morte per 
malattia o vecchiaia. Lo stesso fedele lo può ricevere anche altre volte, quando 
si verifica un aggravarsi della malattia oppure quando gli capita un'altra 
malattia grave. La celebrazione di questo Sacramento deve essere possibilmente 
preceduta dalla confessione individuale del malato.
317. Chi amministra questo Sacramento?
(1516,1530)
Esso può essere amministrato solo dai sacerdoti (Vescovi o presbiteri).
318. Come si celebra questo Sacramento?
(1517-1519,1531)
La celebrazione di questo Sacramento consiste essenzialmente nell' Unzione con 
l'olio, benedetto possibilmente dal Vescovo, sulla fronte e sulle mani del 
malato (nel rito romano, o anche su altre parti del corpo in altri riti), 
accompagnata dalla preghiera del sacerdote, che implora la grazia speciale di 
questo Sacramento.
319. Quali sono gli effetti di questo Sacramento?
(1520-1523,1532)
Esso conferisce una grazia particolare, che unisce più intimamente il malato 
alla Passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la Chiesa, 
donandogli conforto, pace, coraggio, e anche il perdono dei peccati, se il 
malato non ha potuto confessarsi. Questo Sacramento consente talvolta, se Dio lo 
vuole, anche il recupero della salute fisica. In ogni caso, questa Unzione 
prepara il malato al passaggio nella Casa del Padre.
320. Che cos'è il Viatico?
(1524-1525)
È l'Eucaristia ricevuta da coloro che stanno per lasciare la vita terrena e si 
preparano al passaggio alla vita eterna. Ricevuta al momento del passaggio da 
questo mondo al Padre, la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo morto e 
risorto è seme di vita eterna e potenza di risurrezione.
CAPITOLO TERZO
I SACRAMENTI AL SERVIZIO
DELLA COMUNIONE E DELLA MISSIONE
321. Quali sono i Sacramenti al servizio della comunione e della missione?
(1533-1535)
Due Sacramenti, l'Ordine e il Matrimonio, conferiscono una grazia speciale per 
una missione particolare nella Chiesa a servizio dell'edificazione del popolo di 
Dio. Essi contribuiscono in particolare alla comunione ecclesiale e alla 
salvezza degli altri.
IL SACRAMENTO DELL'ORDINE  
322. Che cos'è il Sacramento dell'Ordine?
(1536)
È il Sacramento grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli 
continua ad essere esercitata nella Chiesa, sino alla fine dei tempi.
323. Perché si chiama Sacramento dell'Ordine?
(1537-1538)
Ordine indica un corpo ecclesiale, di cui si entra a far parte mediante una 
speciale consacrazione (Ordinazione), che, per un particolare dono dello Spirito 
Santo, permette di esercitare una sacra potestà a nome e con l'autorità di 
Cristo a servizio del Popolo di Dio.
324. Come si colloca il Sacramento dell'Ordine nel disegno divino della 
salvezza?
(1539-1546,1590-1591)
Nell'Antica Alleanza sono prefigurazioni di tale Sacramento il servizio dei 
Leviti, come pure il sacerdozio di Aronne e l'istituzione dei settanta «Anziani» 
(Nm 11,25). Tali prefigurazioni trovano il loro compimento in Cristo Gesù, il 
quale, col sacrificio della sua Croce, è l' «unico [...] mediatore tra Dio e gli 
uomini» (1 Tm 2,5), il «sommo Sacerdote alla maniera di Melchisedech» (Eb 5, 
l0). L'unico sacerdozio di Cristo è reso presente dal sacerdozio ministeriale.
«Solo Cristo è il vero sacerdote, gli altri sono i suoi ministri» (san Tommaso 
d'Aquino).
325. Di quanti gradi si compone il Sacramento dell'Ordine?
(1554,1593)
Esso si compone di tre gradi, che sono insostituibili per la struttura organica 
della Chiesa: l'episcopato, il presbiterato e il diaconato.
326. Qual è l'effetto dell'Ordinazione episcopale?  
(1557-1558,1594)
L'Ordinazione episcopale conferisce la pienezza del Sacramento dell'Ordine, fa 
del Vescovo illegittimo successore degli Apostoli, lo inserisce nel Collegio 
episcopale, condividendo con il Papa e gli altri Vescovi la sollecitudine per 
tutte le Chiese, e gli consegna gli uffici di insegnare, santificare e 
governare.
327. Qual è l'ufficio del Vescovo nella Chiesa particolare a lui affidata?
(1560-1561)
Il Vescovo, a cui viene affidata una Chiesa particolare, è il principio visibile 
e il fondamento dell'unità di tale Chiesa, verso la quale adempie, quale vicario 
di Cristo, l'ufficio pastorale, coadiuvato dai propri presbiteri e diaconi.
328. Qual è l'effetto dell'Ordinazione presbiterale?
(1562-1567,1595)
L'unzione dello Spirito segna il presbitero con un carattere spirituale 
indelebile, lo configura a Cristo sacerdote e lo rende capace di agire nel Nome 
di Cristo Capo. Essendo cooperatore dell'Ordine episcopale, egli è consacrato 
per predicare il Vangelo, per celebrare il culto divino, soprattutto 
l'Eucaristia da cui trae forza il suo ministero, e per essere il Pastore dei 
fedeli.
329. Come il presbitero esercita il proprio ministero?  
(1568)
Pur essendo ordinato per una missione universale, egli la esercita in una Chiesa 
particolare, in fraternità sacramentale con gli altri presbiteri che formano il 
«presbiterio» e che, in comunione con il Vescovo e in dipendenza da lui, portano 
la responsabilità della Chiesa particolare.
330. Qual è l'effetto dell'Ordinazione diaconale?
(1569-1571,1596)
Il diacono, configurato a Cristo servo di tutti, viene ordinato per il servizio 
della Chiesa, che egli compie sotto l'autorità del proprio Vescovo, a riguardo 
del ministero della Parola, del culto divino, della guida pastorale e della 
carità.
331. Come si celebra il Sacramento dell'Ordine?
(1572-1574,1597)
Per ciascuno dei tre gradi, il Sacramento dell'Ordine è conferito mediante 
l'imposizione delle mani sul capo dell'ordinando da parte del Vescovo, che 
pronunzia la solenne preghiera consacratoria. Con essa il Vescovo invoca da Dio 
per l'ordinando la speciale effusione dello Spirito Santo e dei suoi doni, in 
vista del ministero.
332. Chi può conferire questo Sacramento?
(1575-1576,1600)
Spetta ai Vescovi validamente ordinati, in quanto successori degli Apostoli, 
conferire i tre gradi del Sacramento dell'Ordine.
333. Chi può ricevere questo Sacramento?
(1577-1578,1598)
Può riceverlo validamente soltanto il battezzato di sesso maschile: la Chiesa si 
riconosce vincolata da questa scelta fatta dal Signore stesso. Nessuno può 
esigere di ricevere il Sacramento dell'Ordine, ma deve essere considerato adatto 
al ministero dall'autorità della Chiesa
334. È richiesto il celibato a chi riceve il Sacramento dell'Ordine?
(1579-1580,1599)
Per l'episcopato è sempre richiesto il celibato. Per il presbiterato, nella 
Chiesa latina sono ordinariamente scelti uomini credenti che vivono da celibi e 
che intendono conservare il celibato «per il regno dei cieli» (Mt 19,12); nelle 
Chiese Orientali non è consentito sposarsi dopo aver ricevuto l'ordinazione. Al 
diaconato permanente possono accedere anche uomini già sposati.
335. Quali sono gli effetti del Sacramento dell'Ordine?
(1581-1589)
Questo Sacramento dona una speciale effusione dello Spirito Santo, che configura 
l'ordinato a Cristo nella sua triplice funzione di Sacerdote, Profeta e Re, 
secondo i rispettivi gradi del Sacramento. L'ordinazione conferisce un carattere 
spirituale indelebile: perciò non può essere ripetuta né conferita per un tempo 
limitato.
336. Con quale autorità viene esercitato il sacerdozio ministeriale?
(1547-1553,1592)
I sacerdoti ordinati, nell'esercizio del ministero sacro, parlano e agiscono non 
per autorità propria e neppure per mandato o per delega della comunità, ma in 
Persona di Cristo Capo e a nome della Chiesa. Pertanto il sacerdozio 
ministeriale si differenzia essenzialmente, e non solo per grado, dal sacerdozio 
comune dei fedeli, a servizio del quale Cristo l'ha istituito.
IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO
337. Qual è il disegno di Dio sull'uomo e sulla donna?
(1601-1605)
Dio, che è amore e che ha creato l'uomo per amore, l'ha chiamato ad amare. 
Creando l'uomo e la donna, li ha chiamati nel Matrimonio a un'intima comunione 
di vita e di amore fra loro, «così che non sono più due, ma una carne sola» (Mt 
19,6). Benedicendoli, Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi» (Gn 
1,28).
338. Per quali fini Dio ha istituito il Matrimonio?
(1659-1660)
L'unione matrimoniale dell'uomo e della donna, fondata e strutturata con leggi 
proprie dal Creatore, per sua natura è ordinata alla comunione e al bene dei 
coniugi e alla generazione ed educazione dei figli. L'unione matrimoniale, 
secondo l'originario disegno divino, è indissolubile, come afferma Gesù Cristo: 
«Quello che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi» (Mc 10,9).
339. In qual modo il peccato minaccia il Matrimonio?
(1606-1608)
A causa del primo peccato, che ha provocato anche la rottura della comunione tra 
l'uomo e la donna, donata dal Creatore, l'unione matrimoniale è molto spesso 
minacciata dalla discordia e dall'infedeltà. Tuttavia Dio, nella sua infinita 
misericordia, dona all'uomo e alla donna la sua grazia per realizzare l'unione 
delle loro vite secondo l'originario disegno divino.
340. Che cosa insegna l'Antico Testamento sul Matrimonio?
(1609-1611)
Dio, soprattutto attraverso la pedagogia della Legge e dei profeti, aiuta il suo 
popolo a maturare progressivamente la coscienza dell'unicità e 
dell'indissolubilità del Matrimonio. L'alleanza nuziale di Dio con Israele 
prepara e prefigura l'Alleanza nuova compiuta dal Figlio di Dio, Gesù Cristo, 
con la sua sposa, la Chiesa.
341. Qual è la novità donata da Cristo al Matrimonio?
(1612-1617,1661)
Gesù Cristo non solo ristabilisce l'ordine iniziale voluto da Dio, ma dona la 
grazia per vivere il Matrimonio nella nuova dignità di Sacramento, che è il 
segno del suo amore sponsale per la Chiesa: «Voi mariti, amate le vostre mogli, 
come Cristo ha amato la Chiesa» (Ef 5,25).
342. Il Matrimonio è un obbligo per tutti?
(1618-1620)
Il Matrimonio non è un obbligo per tutti. In particolare Dio chiama alcuni 
uomini e donne a seguire il Signore Gesù nella via della verginità o del 
celibato per il Regno dei cieli, rinunciando al gran bene del Matrimonio per 
preoccuparsi delle cose del Signore e cercare di piacerGli, diventando segno 
dell'assoluto primato dell'amore di Cristo e dell'ardente attesa della sua 
venuta gloriosa.
343. Come si celebra il Sacramento del Matrimonio?
(1621-1624)
Poiché il Matrimonio stabilisce i coniugi in uno stato pubblico di vita nella 
Chiesa, la sua celebrazione liturgica è pubblica, alla presenza del sacerdote (o 
del testimone qualificato della Chiesa) e degli altri testimoni.
344. Che cosa è il consenso matrimoniale?
(1625-1632,1662-1663)
Il consenso matrimoniale è la volontà, espressa da un uomo e da una donna, di 
donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere un'alleanza di amore 
fedele e fecondo. Poiché il consenso fa il Matrimonio, esso è indispensabile e 
insostituibile. Per rendere valido il Matrimonio, il consenso deve avere come 
oggetto il vero Matrimonio ed essere un atto umano, cosciente e libero, non 
determinato da violenza o costrizioni.
345. Che cosa si richiede quando uno degli sposi non è cattolico?
(1633-1637)
Per essere leciti, i matrimoni misti (fra cattolico e battezzato non cattolico) 
richiedono la licenza dell'autorità ecclesiastica. Quelli con disparità di culto 
(fra cattolico e non battezzato) per essere validi hanno bisogno di una 
dispensa. In ogni caso, è essenziale che i coniugi non escludano l'accettazione 
dei fini e delle proprietà essenziali del Matrimonio, e che il coniuge cattolico 
confermi gli impegni, conosciuti anche dall'altro coniuge, di conservare la fede 
e di assicurare il Battesimo e l'educazione cattolica dei figli.
346. Quali sono gli effetti del Sacramento del Matrimonio?
(1638-1642)
Il Sacramento del Matrimonio genera tra i coniugi un vincolo perpetuo ed 
esclusivo. Dio stesso suggella il consenso degli sposi. Pertanto il Matrimonio 
concluso e consumato tra battezzati non può essere mai sciolto. Inoltre questo 
Sacramento conferisce agli sposi la grazia necessaria per raggiungere la santità 
nella vita coniugale e per l'accoglienza responsabile dei figli e la loro 
educazione.
347. Quali sono i peccati gravemente contrari al Sacramento del Matrimonio?
(1645-1648)
Essi sono: l'adulterio; la poligamia, in quanto contraddice la pari dignità tra 
l'uomo e la donna, l'unicità e l'esclusività dell'amore coniugale; il rifiuto 
della fecondità, che priva la vita coniugale del dono dei figli; e il divorzio, 
che contravviene all'indissolubilità.
348. Quando la Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi?
(1629,1649)
La Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi quando la loro coabitazione 
è divenuta per motivi gravi praticamente impossibile, anche se auspica una loro 
riconciliazione. Ma essi, finché vive il coniuge, non sono liberi di contrarre 
una nuova unione, a meno che il loro Matrimonio sia nullo, e tale venga 
dichiarato dall'autorità ecclesiastica.
349. Qual è l'atteggiamento della Chiesa verso i divorziati risposati?
(1650-1651,1665)
Fedele al Signore, la Chiesa non può riconoscere come Matrimonio l'unione dei 
divorziati risposati civilmente. «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa 
un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne 
sposa un altro, commette adulterio» (Mc 10,11-12). Verso di loro la Chiesa attua 
un'attenta sollecitudine, invitandoli a una vita di fede, alla preghiera, alle 
opere di carità e all'educazione cristiana dei figli. Ma essi non possono 
ricevere l'Assoluzione sacramentale, né accedere alla Comunione eucaristica, né 
esercitare certe responsabilità ecclesiali, finché perdura tale situazione, che 
oggettivamente contrasta con la legge di Dio.
350. Perché la famiglia cristiana è chiamata anche Chiesa domestica?
(1655-1658,1666)
Perché la famiglia manifesta e attua la natura comunionale e familiare della 
Chiesa come famiglia di Dio. Ciascun membro, secondo il proprio ruolo, esercita 
il sacerdozio battesimale, contribuendo a fare della famiglia una comunità di 
grazia e di preghiera, una scuola delle virtù umane e cristiane, il luogo del 
primo annuncio della fede ai figli.
CAPITOLO QUARTO
LE ALTRE CELEBRAZIONI LITURGICHE
I SACRAMENTALI
351. Che cosa sono i Sacramentali?
(1667-1672,1677-1678)
Sono segni sacri istituiti dalla Chiesa, per mezzo dei quali vengono santificate 
alcune circostanze della vita. Essi comportano una preghiera accompagnata dal 
segno della croce e da altri segni. Fra i Sacramentali, occupano un posto 
importante le benedizioni, che sono una lode di Dio e una preghiera per ottenere 
i suoi doni, le consacrazioni di persone e le dedicazioni di cose al culto di 
Dio.
352. Che cos'è un esorcismo?
(1673)
Si ha un esorcismo quando la Chiesa domanda con la sua autorità, in nome di Gesù, 
che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influsso del Maligno e 
sottratto al suo dominio. Viene praticato in forma ordinaria nel rito del 
Battesimo. L'esorcismo solenne, chiamato il grande esorcismo, può essere 
effettuato solo da un presbitero autorizzato dal Vescovo.
353. Quali forme di pietà popolare accompagnano la vita sacramentale della 
Chiesa?
(1674-1676,1679)
Il senso religioso del popolo cristiano ha sempre trovato diverse espressioni 
nelle varie forme di pietà che accompagnano la vita sacramentale della Chiesa, 
quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le 
processioni, la «Via crucis», il Rosario. La Chiesa con la luce della fede 
illumina e favorisce le forme autentiche di pietà popolare
LE ESEQUIE CRISTIANE
354. Quale rapporto esiste tra i Sacramenti e la morte del cristiano?
(1680-1683)
Il cristiano che muore in Cristo giunge, al termine della sua esistenza terrena, 
al compimento della nuova vita iniziata con il Battesimo, rafforzata dalla 
Confermazione e nutrita dall'Eucaristia, anticipazione del banchetto celeste. Il 
senso della morte del cristiano si manifesta alla luce della Morte e della 
Risurrezione di Cristo, nostra unica speranza; il cristiano che muore in Cristo 
Gesù, va ad «abitare presso il Signore» (2 Cor 5,8).
355. Che cosa esprimono le esequie?
(1684-1685)
Le esequie, pur celebrando si secondo differenti riti rispondenti alle 
situazioni e alle tradizioni delle singole regioni, esprimono il carattere 
pasquale della morte cristiana nella speranza della risurrezione, e il senso 
della comunione con il defunto particolarmente mediante la preghiera per la 
purificazione della sua anima.
356. Quali sono i momenti principali delle esequie?
(1686-1690)
Solitamente le esequie comprendono quattro momenti principali: l'accoglienza 
della salma da parte della comunità con parole di conforto e di speranza, la 
liturgia della Parola, il sacrificio eucaristico e «l'addio», col quale l'anima 
del defunto viene affidata a Dio, fonte di vita eterna, mentre il suo corpo 
viene sepolto in attesa della risurrezione.